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Invece vorrei giocare

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Cairoli Laura

IO STO CON LA CHIESA

Il Tuo Volto, Signore, io cerco

L'Eucarestia: un grande mistero!

**********     I foglietti di "Credere" risposte alle tue domande - Bayard/Croire - Traduzione di Enrica Zaira Merlo - Editoriale San Paolo      **********         
     
 

L'eucarestia è la cosa più strana e più misteriosa che ci sia:

anzitutto un nome non facile, poi questo pezzo di pane rotondo che diventa il corpo di qualcuno! E non di uno qualsiasi:

Gesù, morto 2000 anni fa.

Come si fa a comprendere?

 
     
     
  IL GRANDE RINGRAZIAMENTO  
 

Eucaristia è la traduzione italiana di una parola greca che vuol dire semplicemente "rendere grazie", "ingraziare". L'eucaristia, infatti, è un ringraziamento. Ma chi ringraziamo? Dio, il Padre, il creatore del cielo e della terra.

Colui che la bibbia dipinge come un Dio di misericordia che "fa brillare il suo sole sui buoni e sui cattivi". Colui che la Bibbia descrive come un Dio che ama gli uomini, instancabilmente, senza essere sempre ricambiato, che li chiama senza sosta senza essere ascoltato. E' un Padre amoroso che ha mandato suo Figlio Gesù per mostrarci fin dove arriva il suo amore e per attirarci tutti a lui. E' dunque per la creazione, per la vita che circola nelle nostre vene e proviene da lui che lo ringraziamo. Ma lo ringraziamo soprattutto per suo Figlio, Gesù, venuto a vivere come uomo tra gli uomini, a morire come uno di noi, affrontando il supplizio della croce, e che il giorno di Pasqua è risuscitato, donandoci così la certezza di una nuova vita.

 
     
   
  COME DIRE GRAZIE A DIO?  
  Ringraziare, in genere, significa certamente dire grazie, ma spesso vuol dire anche dimostrare la propria gioia con un regalo, un dono. Ma come si fa a ringraziare Colui che ci ha dato tutto? Quali le istruzioni per l'uso? C'è un cammino particolare, una via per giungervi? E' qui che Gesù stesso interviene e ci offre il mezzo per ringraziare suo Padre: la vigilia della sua passione, egli prende del pane, lo distribuisce ai suoi amici e dice queste strane parole: "Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi". Poi, prende il calice del vino, lo benedice e lo dona ai suoi discepoli dicendo: "Prendete e bevetene tutti: sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me".  
     
     
  UN LENTO APPRENDIMENTO  
  Già dai primi racconti, si vedono i discepoli obbedire alla strana consegna data da Gesù e riunirsi per condividere il pane. Gli Atti degli apostoli, le Lettere di Paolo e i racconti dei primi cristiani ne fanno fede. Sin dagli inizi, e più ancora con i grandi pastori e teologi dei primi secoli (chiamati "Padri della Chiesa"), i cristiani hanno vissuto con l'eucaristia e meditato lungamente su di essa cercando di comprendere e di approfondire questa realtà inesauribile, che è al cuore della vita cristiana.  
     
     
  DAL SACRIFICIO ALLA SOMIGLIANZA  
 

In realtà Dio non vuole i cosiddetti "doni" o "sacrifici" con i quali gli uomini cercano di attirare il favore della divinità. Per tutto l'antico Testamento Dio avverte: "Misericordia io voglio e non sacrificio".

Quello che Dio cerca, quello che desidera, il miglior modo di ringraziarlo, è di amare come Lui ama, di essere misericordiosi come Lui è misericordioso, in breve di assomigliargli.

Ringraziare Dio è dare se stessi agli altri come Lui ha fatto Ma attenzione: questa maniera di amare arriva fino al dono di sè. Fino al sacrificio di sè.

Occorre sapere su quale cammino procediamo. ringraziare Dio è accettare di diventare, almeno un pò, come Lui...

 

L'Eucaristia è un lungo cammino che va da Dio a Dio.

     
  UNA MISTERIOSA TRASFORMAZIONE  
  Diventare Dio per ringraziarlo? Cosa c'è di più strano? Per giungere a ciò si può tentare di cambiare vita, di trasformare i nostri comportamenti, a dirla breve di "fare degli sforzi". Ciò non è da trascurare ma subito se ne avverte l'aspetto ridicolo. Infatti, Gesù ci indica un'altra via, difficile ma sicura, per amare come Lui ama: nutrirsi di Lui, presente nell'eucaristia. "Poichè, dice, il mio corpo è vero cibo e il mio sangue vera bevanda". O ancora: "Colui che mi mangia vivrà per me". Così, a poco a poco, noi diventiamo altri Cristo e possiamo dire on l'apostolo Paolo: "Non sono più io  che vivo, ma è Cristo che vive in me". Ed è così che noi stessi diventiamo il grazie dell'uomo al suo creatore.  
     
     
  IN COMUNE  
  Eucaristia o messa è la stessa cosa. L'uno è il nome colto, la parola giusta, l'altro il nome comune. Ma la messa è un tutto. Un lungo svolgimento che ogni volta ricorda la morte e la risurrezione di Gesù. Ciò significa che l'Eucaristia non è soltanto questo momento molto particolare in cui i prete pronuncia le parole di Gesù: "Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue". Queste parole non hanno senso se non vissute in comune al cuore della messa. Il che vuol dire, se vogliamo avanzare nella vita cristiana, che occorre partecipare all'eucarestia e accettare di non comprendere tutto subito...  

L'eucaristia da soli?

No, l'eucaristia si vive in comunità.

Si può in seguito adorarla, ma a certe condizioni di rispetto e di accompagnamento.

Si può anche portarla ai malati che - di fatto - sono privati del contatto con la comunità. Il che è da farsi specialmente, ma non solo, nel quadro di una cappella d'ospedale.

Perchè il pane e il vino?

Di solito è il prete che si comunica col pane e col vino. E i fedeli soltanto con il pane! Ebbene, non è altro che un'abitudine nata certamente da considerazioni pratiche. Ma il "valore" dell'eucaristia è lo stesso!

Tuttavia talvolta è possibile col pane intinto nel vino (quel che viene detto intingere) e talvolta anche si può bere al calice. Lo si fa spesso per piccoli gruppi.

Ma è cannibalismo!

Effettivamente, si possono vedere le cose in questo modo! Ma non dimentichiamo che il corpo di Cristo presente nell'eucaristia non è il suo corpo "carnale", ma il suo corpo "glorioso", il corpo di Cristo risuscitato, ritornato dai morti. Il "corpo di Cristo" non è la "carne di Gesù"! E poi, in fondo, l'amore non cerca la fusione, l'assimilazione?

Chiunque può comunicare?

No! Tre volte no. Nei primi secoli, i catecumeni attendevano a lungo prima di essere ammessi anche solo ad assistere a una celebrazione eucaristica. Restavano sulla soglia. Oggi ancora, chi non è battezzato non può comunicare. Uno che ha commesso un errore molto grave e non è stato perdonato da Dio, attraverso il sacramento della riconciliazione, non può comunicare. L'eucaristia è un tesoro prezioso.

L'EUCARISTIA INFIAMMA L'UOMO

L'eucaristia infiamma talemnte l'uomo

che lo fa uscire da sè

e lo fa giungere al punto

di non vedere più sè per sè

ma se stesso per Dio

e Dio per Dio

e i prossimo per Dio.

Santa Caterina da Siena

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